Giacomo

“…aveva occhi puri, disarmanti, potevi leggerci la sua anima.”

Ricordando Jeos

L’acqua ed i colori sono gli elementi in cui vedo Giacomo completamente immerso e con se stesso.

Lo rivedo da piccolo al mare e poi con i suoi amici alla Valle del Mis, dove restava tutta la giornata a fare tuffi e nuotare. Da piccolo dimenticava di mangiare e lo dovevamo togliere dall’acqua all’ora del ritorno. Macchie di colore invece se ne potevano sempre contare sugli abiti o sulle mani o sulle scarpe dopo le giornate nel suo laboratorio, come non potesse staccarsi da loro.

Giacomo amava tantissimo il suo lavoro e voleva che le sue opere non fossero semplici quadri da appendere ma profonde poesie che richiamavano il suo tempo, se stesso, gli stati d’animo.

Si soffermava a lungo su ogni lavoro e spesso coinvolgeva qualche amico, tra una sigaretta arrotolata ed una birra, per farci sopra lunghissime critiche. Non era quasi mai soddisfatto e per lui i quadri dovevano essere perfetti, completi, non banali, liberi a profonde riflessioni. Rappresentava figure reali o sfuggenti, soggetti attuali e mai comuni tutto con grande energia e modernità.

Giacomo ha vissuto sapendo riempire la sua esistenza di rapporti veri e solidi e penso sarà ricordato sorridente, libero di farsi valere, libero artisticamente, desideroso di conoscere, capace di sostenere ed incoraggiare senza bisogno di farsi alleanze o simpatie ed amato per l’emozione della sua arte.

Una sua amica ci ha scritto “…aveva occhi puri, disarmanti, potevi leggerci la sua anima”.

Giacomo ha amato con il cuore e ne è stato ricambiato.
Scopri questo sentimento quando meno te lo aspetti e scopri quanto gli amici gli abbiano voluto bene e quanto poi soffrano per la sua assenza.

Oggi Giacomo vive ancora in quei colori a lui molto cari con uno splendido murales, tra le tags dei suoi amici che gli hanno reso un tributo spontaneo e sincero per quello che lui era “un ragazzo che miscelava vernici per perseguire sogni”.